Last Updated on 27/07/2024 by bowman
Progettare una simulazione di portafoglio LifeCycle è un esercizio troppo lungo, generazionale.
Ho pensato quindi di divertirmi con un racconto.
Paolo, un uomo qualunque e la sua storia di investimento “lifecycle”
1980
Paolo è nato nel 1960, figlio di una famiglia povera (nessun bene di proprietà famigliare e genitori che essenzialmente gli lasceranno solo dei debiti). Nel 1980, dopo il diploma,
viene assunto come impiegato con lo stipendio di 350000 lire mensili, che per
semplificazione arrotondiamo a 180 euro.
Nel 1980 un litro di vino costa 34 centesimi di euro, una
tazzina di caffè al bar 13 centesimi, un litro di benzina 43,9 centesimi.
Dato che vive ancora con i suoi genitori, Paolo decide per
investire in maniera dinamica (ha solo 20 anni e vuole tenersi quei soldi per
quando andrà in pensione, per gli inconvenienti della vita, per eventuali
figli) una cifra per lui piuttosto significativa: 50 euro al mese.
Ipotizziamo che in quell’epoca esista uno strumento come un
ETF e che lui, italiano, decida di replicare l’indice europeo: investe nel
MSCI Europe.
Per vari motivi, pur aumentando l’inflazione, per molti anni
decide di non modificare il suo “piano di accumulo” sull’azionario europeo, che impara a considerare “distaccato” da tutti gli altri suoi beni.
E’ un salvadanaio per eventuali emergenze o per la pensione (la storia di indebitamento dei genitori lo ha turbato ed è una formichina meticolosa): da non toccare mai.
Ipotizziamo che ogni anno, utilizzando uno strumento come un
ipotetico ETF MSCI Europe, Paolo va incontro a costi di transazione pari circa al 1% (questi li considererò sempre costanti, a simulare bolli, costi, piccolissimi disinvestimenti ed altre gabelle).
1986
Sono passati 6 anni e Paolo, adesso ventiseienne, ha accumulato sullo strumento 8310 euro, pari
a 16,5 milioni delle vecchie lire. Un discreto e segreto gruzzoletto, considerando che quell’anno la Panda 750, nuovo modello appena uscito, costava nuova 7,25 milioni. Questo il ragazzo è riuscito a farlo dedicando una fetta del suo risparmio
sempre più piccola, data la forte inflazione di quegli anni:
A gennaio 1995 ha capitalizzato la bellezza di 30108 euro, che dette così sembrano poche, ma “sessanta milioni” all’epoca, quando un impiegato medio prendeva 1,2 milioni al mese, non erano da tutti. Soprattutto dell’estrazione socio-economica del nostro Paolo.
Decide di disinvestire ¾ del suo capitale (45 milioni di
vecchie lire, o 22500 euro) e costruire un portafoglio 60% azionario e 40%
obbligazionario.
Per fare questo dobbiamo considerare che Paolo ha investito
11700 e possiede oggi 30108, ¾ del suo investimento sono quindi composti 8775
di capitale investito e 22635 di capitale attuale. Disinvestendo paga capital
gain su questa cifra. All’epoca il capital gain ammontava al 12,5% quindi paga
1732,5 euro di tasse e si trova con 20902,5 euro disponibili.
12000, ovvero 24 milioni di vecchie lire, vuole investirli
in Titoli di Stato, per avere un’asset allocation 60/40, secondo lui più adatta
alla sua età (“ormai sono un uomo”).
Il 1° settembre del 1995 va presso la sua banca e sottoscrive 24 milioni di lire del
Buono del Tesoro Poliennale 1995-2005 al tasso del 10,5% annuo (9,18% al netto
del capital gain, ovvero 1100 euro netti di interessi annui).
Ha deciso, dato il mutuo e i costi della nuova famiglia, di
investire 150 mila lire al mese ancora sul MSCI Europe, e gli interessi del
BTP (555 euro ogni 6 mesi) nel S&P500, per diversificare.
Dopo alcuni mesi (1 gennaio/1 settembre) di “riflessione”
insieme ai BTP sottoscrive 8900 euro di ipotetico ETF S&P500 su cui attiva
un PAC semestrale di 555 euro (gli interessi del BTP) e ri-attiva il suo PAC di
150mila lire/75 euro sullo storico MSCI Europe.
Il portafoglio di Paolo investito il 1 settembre 1995 (dopo
un disinvestimento di 2/3 a gennaio 1995):
– 8657 euro xTrackers MSCI Europe (+75 euro al mese)
– 8900 euro SPDR S&P500 (+555 euro ogni 6 mesi)
– 12000 euro BTP 01-set 2005 10,5%
2000
Sono passati altri 5 anni ed il primo settembre 2000 Paolo,
preoccupato dalla “bolla del dot com” di cui inizia a leggere sui giornali, va a guardare il suo portafoglio.
Attualmente la situazione è la seguente:
34566 euro xTrackers MSCI Europe
47473 euro SPDR S&P500
12000 euro BTP 01-set 2005 10,5%
Paolo ha 180 milioni di lire… potrebbe comprarci una seconda casa nella periferia di una grande città. Un risultato straordinario per un “povero” figlio di “poveri” come lui, senza genitori o famiglia d’origine, con tante spese e quasi zero risparmio, ma che con i primi capelli grigi si siede in poltrona a rimirarsi l’estratto conto come un piccolo “uomo d’affari”.
Pur con un versamento di ridicole 75 euro al mese che si
toglie dalle tasche (oggi il suo modesto stipendio impiegatizio è di 1200 euro
al mese) ha accumulato quasi 100mila euro di portafoglio, costruito con piccoli
versamenti e re-investimento azionario degli interessi sul titolo di Stato.
E’ francamente spaventato dalle voci ostili sul mercato, ed
ha deciso, ora che ha 40 anni e gli è nato un secondo figlio, che deve scendere
ad un bilanciamento “perfetto” tra azionario ed obbligazionario. Dal quale
siamo molto lontani.
Vuole aggiunge 35000 all’obbligazionario e quindi disinveste
17473 dall’azionario USA (su cui paga 1524 euro di tasse di capital gain!).
Disinveste poi altri 17500 dall’azionario Europa (1354 euro
di tasse).
E compra 32095 euro di un ipotetico ETF Global Sovereign
(Titoli di Stato Mondiali) da affiancare ai mitici BTP.
Il portafoglio di Paolo il 2 settembre 2000 è il seguente:
-17066 euro di xTrackers MSCI Europe (+75 euro mensili di
PAC)
-30000 euro di SPDR S&P500 (+555 euro semestrali di PAC)
-12000 di BTP 01 set 2005 10,5%
-32095 di xTrackers Global Sovereign
Un portafoglietto semplice ma efficiente come costi (ad averne avuti!), bilanciato perfetto 50/50.
2005
A settembre del 2005 il nostro Paolo ha 45 anni. I suoi
figli sono grandicelli, il suo stipendio basso-impiegatizio è arrivato a 1600
euro al mese (nella vita non ha fatto certo carriera, non ha ricevuto eredità
ed ha continuato a mettere da parte, dimenticandoseli, 75 euro al mese, che non
gli pesano più minimamente ed accumula per abitudine fin da ragazzo).
Sono scaduti i suoi BTP.
La situazione del suo portafoglio “intoccabile” è la
seguente:
– 32649 di xTrackers Global Sovereign (la discesa del dollaro
ha reso molto improduttivo l’investimento!)
– 20924 di xTrackers MSCI Europe
– 26608 di SPDR S&P500
– 12000 di liquidità (BTP scaduti)
Vediamo qui che l’azionario è andato malissimo in questi 5
anni. Se Paolo non avesse una LUNGA esperienza d’investimento e non ricordasse
i “radiosi” anni ’90, a questo punto smetterebbe d’investire. Per fortuna il
suo approccio LifeCycle lo ha spinto a rischiare sempre meno… ma sono 5 lunghi
anni che ha continuato a togliersi 75 preziosi euro dalla bocca per metterli su
un azionario che non fa altro che scendere. Decide quindi di passare ad un
ulteriore livello di “LifeCycling”: basta maledette azioni, e mercato americano
“frega-soldi”, basta “economia di carta”. Non è più un ragazzino e vuole passare
dal capitale di ‘rischio’ al capitale di ‘debito’: questi soldi li vuole a
rendita, non investiti da imprenditore.
Quindi vuole scendere da un 50-50 ad un 40-60.
55000 dei
suoi euro devono essere investiti in obbligazioni!
Disinveste quindi 5000 dalla “solida vecchia Europa” (così
era percepita nel 2005 dopo 11 settembre e bolla dot com) e 11608 dagli
“speculatori americani” del S&P500 con la loro finanza di fumo e bolle, i loro scandali e le loro follie.
Paga 385 + 912 euro di tasse ed ha 15311 oltre ai 12000
della scadenza dei BTP. Compra quindi 15000 euro di IT0003844534 (BTP scadenza
agosto 2015 tasso 3,75%).
E’ incredulo per quanto sia sceso il tasso del BTP in
dieci anni e decide che i 200 euro semestrali di questo interesse andranno
sull’investimento USA (lui non vuole metterci una lira di tasca sua in roba
così pericolosa e poco redditizia!) e lui continuerà ad aggiungere le
“storiche” 150 mila lire sull’azionario Europa che gli da più sicurezza (Giappone, Paesi Emergenti… Cina… roba per chi vuole buttare via tutti i soldi e farsi fregare come in Argentina, lui non è così ricco da farsi fregare).
Gli restano 12311 euro.
2306 (5 sono i costi di negoziazione) li aggiunge ai titoli
di stato mondiali (Global Sovereign).
Vuole poi due nuovi asset “alternativi”: su una rivista ha
letto di come le banche americane, adesso che i titoli di stato ‘non rendono
più nulla’ si sono spostati sull’obbligazionario ad alto rischio-rendimento. A
Novembre 2005, dopo un po’ di tergiversare, compra 10000 euro di xTrackers Euro
High Yield Corporate Bond.
Questo è il portafoglio di Paolo nel 2005:
– 15924 di xTrackers MSCI Europe (+75 euro al mese di PAC)
– 34955 di xTrackers Global Sovereign
– 15000 di SPDR S&P500 (+200 euro a semestre di PAC)
– 15000 di BTP 3,75% agosto 2015
– 10000 di xTrackers Euro High Yield
2009: l’anno più buio
E’ febbraio 2009 e Paolo vede crollare tutti i mercati
dall’estate del 2007. Per il suo piccolo gruzzoletto è un incubo. Non ha mai
sospeso i PAC.
La situazione al 15 febbraio 2009 è però la seguente:
-10020 di SPDR S&P500
-11532 di xTrackers MSCI Europe
-46222 di xTrackers Global Sovereign
-15000 di BTP 3,75% agosto 2015
-7512 di xTrackers Euro High Yield
Facendosi due conti si rende conto, comunque, che
l’obbligazionario lo ha difeso, infatti ha perso solo interessi e PAC, perché
il valore di 90000 euro è circa lo stesso di 4 anni prima e poco meno di quando
le cose hanno iniziato ad “andare storte” nel 2000.
Oltretutto adesso l’azionario è solo il 24% del totale.
Paolo ha deciso che non metterà mai più la maggior parte in
azionario. Ha però 29 anni d’esperienza sui mercati finanziari, non è un
ragazzino… ritiene di dover adottare una nuova asset allocation 40/60, ma per
far questo deve “prelevare” dall’obbligazionario internazionale (i BTP no che sono
“sacri!”) e bilanciare l’azionario. Ma che fare? Scegliere l’azionario degli
americani sparoni e speculatori con le loro banche assassine che fanno disastri
in tutto il mondo da un decennio, o quello europeo?
Per non pensarci più opta per un nuovo titolo xTracker All
Country World, che copre un po’ tutto il mondo. Preleva 14500 dal xTrackers
Global Sovereign (pagando 634 euro di tasse) e investe 13860 euro nel nuovo
titolo.
Non cambia nulla sui PAC.
Il risultato del 15 febbraio 2009 è il seguente:
-10020 di SPDR S&P500 (+200/semestre di PAC)
-11532 di xTrackers MSCI Europe (+75 euro/mese di PAC)
-33722 di xTrackers Global Sovereign
-15000 di BTP 3,75% agosto 2015
-7512 di xTrackers Euro High Yield
-13860 di xTracker MSCI All Country World
2015
Passano gli anni, anni ridenti… nei quali Paolo, temendo
nuovi crolli stile 2000 o 2008, non cambia nulla nel suo portafoglio “per la
pensione”.
Ad agosto 2015 il BTP scade. Si trova in questa situazione:
– 38485 di xTrackers MSCI All Country World
– 39857 di SPDR S&P500
– 37995 di xTrackers MSCI Europe
– 43836 di xTrackers Global Sovereign
– 15000 di liquidità (scaduti i BTP)
– 16943 di xTrackers Euro High Yield
Il capitale di Paolo è raddoppiato… il controvalore attuale
è di 192116 euro. E’ stata una crescita impetuosa quella di questi anni, e lui
oggi, a 55 anni, si trova con un gruzzoletto ambito da promotori finanziari
(anche la banca dove ha i risparmi lo chiama tutti i mesi per convincerlo ad
investire!) pur avendo fatto tutta la vita l’impiegato di livello basso (il suo
attuale stipendio è di 1800 euro al mese, a 55 anni) e mettendo da parte appena
75 euro al mese.
Soprattutto la sua asset allocation, stabilita a 40/60
durante la grande crisi, è ritornata ad essere in gran parte azionaria. In
occasione della scadenza del BTP vuole quindi riportarla al 40/60 che si era
prefigurato anni prima (in realtà è l’euforia dei mercati che gli impedisce di
abbassarla ulteriormente).
Deve però stare attento: negli ultimi anni le tasse sul
capital gain sono state aumentate e fare troppi ritocchi al portafoglio può
essere costoso.
Decide quindi di disinvestire solo l’ultimo titolo comprato,
il MSCI All World, sul quale paga la bellezza di 6402 euro di tasse, ottenendo
47000 euro di liquidità.
Con questi compra 30000 di iShares Core Euro Governent Bond
e 17000 di xTrackers USD Emerging Markets bond, per diversificare tra quelli
secondo lui più prudenti e più rischiosi tra i titoli governativi.
Il suo portafoglio diventa il seguente:
– 39857 di SPDR S&P500
– 37995 di xTrackers MSCI Europe (+75 euro di PAC)
– 43836 di xTrackers Global Sovereign
– 16943 di xTrackers Euro High Yield
– 17000 di xTrackers USD Emerging Markets Bond
– 30000 di iShares Core Euro Government Bond
Questo nell’estate del 2015… con l’idea di lasciar tutto
così fino alla pensione. Non ha altri soldi da aggiungere (stipendio basso,
spese famigliari, problemi vari), ma vuole continuare lo storico PAC di 150
“mila lire” di quando era ragazzo e cui è affezionato.
2021: La Pensione
Grazie a quota 100, il 1° gennaio 2021 va in pensione. Ha
ormai 61 anni e lavora da 41. E’ stato “povero” tutta la vita: casa in affitto
e mutuo, stipendio basso-impiegatizio, zero eredità anche dai genitori, tutto
da solo. L’unico risparmio questi 75 euro al mese messi via con costanza e
gestiti in maniera che sui forum, ha scoperto, oggi la chiamano “lazy portfolio”.
Soprattutto ha resistito alle offerte ‘commerciali’ di tanti promotori,
altrimenti è convinto che avrebbe dovuto spartire troppo in commissioni a
questi ultimi, considerando che già le tasse sono allucinanti. Avendo poco, se lo è tenuto da conto.
A quanto ammonta il gruzzoletto di Paolo?
– 76909 euro di SPDR S&P500 (su cui non versa più da quando
è scaduto il BTP)
– 55221 euro di xTrackers MSCI Europe
– 56905 euro di xTrackers Global Sovereign
– 34368 di xTrackers Euro High Yield
– 21438 di xTrackers USD Emerging Markets Bond
– 35187 di iShares Core Euro Government Bond
Paolo va in pensione con un portafoglio di 280000
euro, creato negli anni capitalizzando interessi e con 75 euro al mese (anzi
inizialmente 50 euro al mese).
Ha deciso di disinvestire tutto, come si era proposto quando
iniziò a lavorare nel 1980 ed a risparmiare.
Paga la bellezza di 33000 euro di tasse!!
Il cash pulito che ottiene è di 247000 euro.
Paolo, che non ha mai avuto nulla, che non si è mai concesso
particolari lussi nella vita, che non è mai riuscito a risparmiare seriamente
pagando tutto in rate e mutui e spese, non vuole negarsi alcune soddisfazioni da “benestante” oggi dopo una vita
di lavoro, con i figli ormai indipendenti ed all’età di 61 anni, per godersele almeno i prossimi 20.
Si compra quindi un comodo appartamento di 85 mq con giardino
vista mare come seconda casa, a poca distanza da Roma e in area amena e
turistica, con la scusa di affittarlo (e lo farà un giorno, soprattutto in caso di bisogno), ma con la vera motivazione di
traferircisi lui nella bella stagione, risparmiandosi soldi per un
bell’arredamento e le spese di ristrutturazione, agenzia e quant’altro.
Ci
aggiunge una bella auto nuova KM0 per sostituire la sua vecchia di 20 anni,
senza fare più rate o altro.
E decide, dopo tutte queste operazioni, che 50000 euro gli
sono anche avanzati (ha anche rimpinguato un po’ il conto con qualcosa) per
reinvestirli da zero, nonostante l’esperienza gli dica di temere le valutazioni
molto alte del mercato, senza paura, dato che ora per la pensione e per
i prossimi anni ha davvero tutto quello che gli potesse servire. Si affida anche a Bowman (lo dico solo perché a breve vedremo delle mie strategie conservative con 1/3 di azionario), per costruirci un’asset allocation con 1/3 di azionario “e non di più”, ma con il principio di un ‘rischio rendimento’ ottimizzato, e vedremo che cosa ne esce… è ormai veterano di mercato “orso” dopo essere rimasto ‘Lazy’ nel 2000.. nel 2005 e persino nel 2009!
Nell’epoca degli abbagli, dei bitcoin da +40000% il caso di
Paolo può sembrare non di particolare successo… ma attenzione, questo è un
esempio di come una persona SENZA MEZZI, con stipendio di mera sussistenza,
senza alcuna capacità di risparmio in tutta la vita (niente carriera, niente
bonus, niente stipendi accumulati sul conto, niente eredità) con 75 euro al
mese è andato in pensione con un piccolo patrimonio congruo al risparmio di
persone ben più benestanti, oltretutto con un approccio lifecycle prudenziale.
Questo è il potere di un’efficiente gestione del risparmio, questo è quello che
“rubano” alcuni ‘addetti ai lavori’ disonesti quando con commissioni insulse erodono questo
risparmio e questo è solo una minuscola parte di quanto nella vita si potrebbe
fare appena con più mezzi (e se fossero stati 150 anziché 75? E se ci fosse
stata anche qualche piccola eredità o bonus o altra entrata?). Inoltre notiamo che il nostro “uomo qualunque” povero figlio di poveri, non si sarà concesso chissà che lusso, ma ha trascorso una vita di serenità economica, cui avrebbe potuto attingere all’abbisogna, e avendo potuto tenerla investita potrà andarsene in pensione ben patrimonializzato e togliendosi anche degli sfizi propri solo di persone più abbienti.
P.S.
Traduciamo in “oro, spezie&tulipanese” quello che ha fatto Paolo:
Nel 1980 ha creato un portafoglio 100% azionario con cost averaging di 50 euro/mese, orizzonte 6 anni.
Nel 1986 lo ha incrementato con un portafoglio 100% azionario con cost averaging di 75 euro/mese, orizzonte 9 anni.
Nel 1995 ha creato un portafoglio bilanciato dinamico 60/40 diversificato su 3 asset (azionario Europa, azionario USA, titoli di stato Italia) con cost averaging sugli azionari di 900 e 1100 euro annuali, orizzonte temporale 5 anni.
Nel 2000 ha creato un portafoglio bilanciato perfetto 50/50: azionario europa e USA per la quota azionaria, titoli di stato Italia e globali per la quota obbligazionaria, orizzonte 5 anni, sempre con cost averaging.
Nel 2005 ha creato un portafoglio bilanciato “moderato” 40/60, introducendo solo una quota di bond societari high yield per incrementare l’azionario, orizzonte 4 anni.
Nel 2009 ha ribilanciato i pesi del portafoglio bilanciato “moderato” 40/60 diversificando l’azionario (con il globale), orizzonte 6 anni.
Nel 2015 ha ribilanciato i pesi del portafoglio bilanciato “moderato” 40/60 diversificando l’obbligazionario su Europa e emergenti, mantenendo il cost averaging solo sull’azionario Europa, orizzonte 6 anni.
Nel 2021 ha disinvestito, proponendosi di creare un nuovo portafoglio con il 20% solo del capitale con nuova asset allocation 33/66.
P.C. 14.03.2021
A parte il nome uguale, 20 anni in meno e tanta tanta tanta meno disciplina del Paolo protagonista del racconto….quanti portafogli creati e poi disfatti per poi mangiarsi le mani con i se e i ma… mannaggia
Complimenti, esemplificativo!
Lo farò vedere a mio figlio.
Grazie
Grazie Bow!
Articolo utilissimo!
Se si volesse improntare un life cycle simile avrebbe senso utilizzare come dogma il 100-età=percentuale azionaria?
Quindi ogni anno bilanciare il portafoglio togliendo un 1÷ di azionario…
Certo, ma la propensione al rischio (poi anche l'obbligazionario ha più o meno rischio/rendimento in periodi diversi… oggi privo di rischio tassi c'è giusto la liquidità, il treasury trentennale ha fatto -20% in un anno) è personale. Oggi per dire ad una posizione di un ottantenne, che però viene da una storia (e preferenza/esperienza) di quasi totale azionario, stavo studiando una soluzione di ribilanciamenti periodici prima 50-50, poi 30-70… insomma è individuale.
complimenti ,per l'articolo
innanzitutto davvero grazie mille e davvero tanti, ma tanti complimenti. tra quelli che seguo, il tuo lavoro è quello che apprezzo di più per il giusto mix di divulgazione, pragmatismo e "ritmo". ho letto il libro e sto seguendo il tuo blog con grande interesse.
"posti" come questi sono davvero uno dei motivi per i quali bisogna esser grati alla rete.
mi auguri che continui in avanti così
Purtroppo caro Bow, i Paolo esistono solo nei forum, nella vita reale sono ben pochi! la gran parte senza esperienza al primo stormir di fronda, si cagano addosso e vendono tutto! molto difficile che mantengano un portafoglio per 40 anni! soprattutto 40 anni fa non vi erano tutte le possibilita' di investimento che ci sono oggi.Antonio
Sì, è vero. In TEORIA un ipotetico "vero consulente" dovrebbe aiutare in tale percorso nel corso della vita dei propri assistiti. Comunque volevo mostrare l'ipotetica potenzialità dei prodotti oggi a disposizione. +1000% in 2 anni da Bitcoin è un abbaglio (secondo me), difficilmente sostenibile… ma anche il consulente che ti dice che è normale aver fatto +10% dal 2009 perché 'l'economia va male' probabilmente ti sta fregando. Quello che ci si può aspettare, con perseveranza, è una situazione alla Paolo. Magari con un 15-20% in meno di rendimento se si è pagato per decenni un consulente onesto.
Comunque ho visto persone che hanno investito molto a lungo, usando fondi e obbligazioni, ma ne ricordo uno con un portafoglio da quasi un milione quasi tutto di innumerevoli singole azioni maneggiate con una certa consapevolezza che aveva fatto buoni risultati e lo faceva da decenni.
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Buonasera Bow,
grande articolo.
Volendo semplificare, cosa avrebbe ottenuto Paolo di diverso se avesse iniziato subito un Lazy 60/40 con 60=MSCI WORLD e 40=GLOBAL SOVEREIGN?
In teoria vendere per ribilanciare erode la quota investita.
Grazie comunque per l'ottimo sito divulgativo.
Eh… tra la teoria e la pratica ce ne passa tanta. Già i casi come quello di Paolo ti assicuro che sono rarissimi (ovviamente non su indici che allora non c'erano, ma di qualche vecchio investitore fai da te abituale, difficile che si trovino consulenti così buoni da assistere in qualcosa di simile senza mangiare gran parte del gain). Comunque, a livello di teoria.. diciamo che a gennaio 1985 avesse trovato due ETF: global sovereign 40% e MSCI World il 60%, senza mai ribilanciare (dimenticati lì). Nel 1985 diciamo che avesse investito 7250000 lire (il prezzo di una fiat Panda 750, utilitaria di allora) in questo portafoglio. 3750 euro. Il gain ad oggi è stato del 7,36% l'anno, con un rischio del 9,76% medio. Ovviamente la capitalizzazione composta ha portato ad un gain del +1295,4% quindi quelle 3750 euro sono diventate 48577,5 euro. Vendi però e paghi capital gain, diciamo 10500 euro circa di tasse. Ed hai 37870 euro. Anche a netto tasse ed inflazione di fiat Panda ne compri 3.