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Il Rialzo dei Tassi

Last Updated on 27/07/2024 by bowman

Ieri i tassi della banca centrale statunitense (FED) sono stati rialzati di 0,5%, è il secondo rialzo (già atteso e scontato dai mercati) del 2022 che porta i tassi tra 0,75 e 1. Questo vuol dire maggiore costo per le banche e di li le imprese, per finanziarsi. Soprattutto si passa dal QE (Quantative Easing) al Quantitative Tightening (QT). Che vuol dire? Significa che la FED smette di stampare denaro per comprare obbligazioni e titoli di Stato. Ogni mese riduce il suo bilancio di 95miliardi (anziché acquistarli). Per capirci prima della crisi di Leman Brothers la FED aveva in portafoglio 1000 miliardi di dollari di titoli, comprandoli per dare liquidità all’economia arrivarono a 4,5miliardi nel 2015 (anno dei grandi QE). L’interesse offerto da un titolo di Stato USA a 10 anni alla fine del 2007 era del 4% ed era già ai minimi della sua storia (a inizio 2000 era il 6,5%). A inizio 2009 era sceso a 2,89% con la pandemia il bilancio della FED vide accumulare una massa di 9mila miliardi di dollari di titoli, incluse obbligazioni societarie anche ad alto rischio, per finanziare un’economia essenzialmente ferma, uno stimolo senza precedenti.

Bene, a ritmo di 95miliardi al mese la più grande banca centrale del mondo ha deciso di ridurre di 9miliardi questo bilancio, in pratica disfarsi di questa immane massa di debito. Si prevede quindi che sarà via via più difficile e costoso finanziarsi e che i capitali poco a poco non avranno più difficoltà a trovare una remunerazione senza essere impiegati a rischio. Se questa politica fosse portata avanti ci vorranno 5 anni per tornare ai livelli pre-pandemia e quasi 8 per per tornare ai livelli di inizio secolo. Questo scenario, se portato avanti, potrà rappresentare un cambiamento nel contesto di mercato. In TEORIA il valore degli asset di rischio dovrebbe essere alimentato dall’inflazione, mentre la redditività tornerà in direzione dell’obbligazionario.

P.C. 05.05.2022

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