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FINANCEDRIP: un’alternativa senza commissioni a Moneyfarm?

Last Updated on 26/07/2024 by bowman

FINANCEDRIP è un progetto che ho visto letteralmente nascere. L’idea di una piattaforma che possa, a costo minimo, in comunione d’interessi e con totale trasparenza supportare le necessità di gestione del risparmio di un risparmiatore è ambiziosa.

Questo mese FINANCEDRIP ha avviato un servizio (uno dei tanti devo dire) che consente anche a chi non fa parte come utente ‘evoluto’ della Community di accedere ad un servizio potenzialmente sostitutivo della consulenza finanziaria: ha creato 18 portafogli modello che possono essere d’ispirazione (o con semplicità e tramite un percorso guidato possono anche essere replicati da chi volesse) per il risparmiatore.

Questo mi fa pensare ai portafogli di Moneyfarm come probabile ispirazione, anche se lì si tratta di una gestione Attiva, di un prodotto di Gestione Patrimoniale da parte di una SIM (una Società d’Intermediazione Mobiliare cui vengono quindi trasferiti i propri soldi e dati in gestione con tanto di delega), e di un commissionale ovviamente a percentuale, come nei fondi comuni d’investimento. Qui il tutto è molto più leggero e forse versatile.

Qui la mia video-recensione:

P.C. 04/04/2023

5 commenti su “FINANCEDRIP: un’alternativa senza commissioni a Moneyfarm?”

  1. Sarebbe interessante capire quanto costa nel mondo reale farsi consigliare da un consulente autonomo a parcella (mediamente).
    Come dici te, giustamente chi ha un minimo di passione la materia la vuole possedere personalmente, e riesce ad abbattere (se vuole a quasi zero) non solo consulenze/abbonamenti/commissioni (a gestori o piattaforme) ma anche commissioni di acquisto!

  2. Allora, partiamo dal fee-on-top. Gli CFAOFS delle reti hanno programmi di fee-on-top potenzialmente configurabili dallo 0,1% al 2,5% (es. Fineco Advice) o basati sulla capitalizzazione, comunque mediamente almeno 0,7%-1,5% (es. Fideuram SEI). Questi ovviamente sono assolutamente iniqui perché si SOMMANO ai costi di gestione già improponibili, ma fatti per maggiore redditività a poll.. ehm, clienti che si hanno già 'in mano' a livello di relazione. Sono iniqui anche lato consulente (IMHO) perché spesso dal 40% al 60% della parcella va alla società ed ai 'manager' del marketing multi-livello.

    Sui veri consulenti autonomi, quello che ho saputo da chi si è avvalso dei loro servigi è quasi sempre una parcella percentuale sul patrimonio. Mediamente cercano di stare intorno a 1% (ma lì se non si fa a nero c'è l'IVA), salendo con i patrimoni la media arriva a 0,5%-0,6%… sotto non ho avuto evidenze. So di un broker (ma non italiano) che fa questo servizio a 0,3%-0,25% ma parliamo di portafogli a 8 zeri. A ore ho sentito un caso a 150 euro l'ora.
    Purtroppo c'è da considerare il problema che uno si può affidare ad un consulente per una gestione abbastanza completa (altrimenti appunto usi una piattaforma) e quindi questo ha delle risorse da dispiegare contenute, o ha clienti enormi e ben disposti a pagare (rari e preziosi) oppure fa molta fatica anche per ragioni di turnover (quello che dopo un anno fa da sé e non paga più, quello che li spende, che va via, che cambia idea, che muore etc…) salvo essere molto popolare e ricercato. Soprattutto ha la concorrenza delle Reti di consulenti finanziari a provvigione, che non fanno vedere la parcella e gli fanno una concorrenza sleale (con una firmetta su una polizza si prendono tante di quelle commissioni che lui neppure con 30 clienti in 2 vite riesce a farsi pagare e continuano a prenderle per 10 anni basta non far andare via il cliente con cento escamotage, tecniche commerciali ed insistenze). Poi ovviamente essendo completamente autonomo ha tutti i costi (software, rendicontazione, commercialista, assicurazione, ufficio) a carico suo, oltre a INPS, tasse, iva, assicurazioni. Insomma finché ci saranno le commissioni di prodotto lo puoi fare come seconda attività, con spalle molto ben coperte, per hobby… 🙁

    Una piattaforma come FinanceDrip può cercare di fare scala sui numeri (assistere 1000 persone anziché 30) e dato il basso impatto dei costi farli addirittura recuperare con tecniche di risparmio (banalmente, per dire, se ti faccio conoscere il conto deposito che da 1% in più con 100mila hai ottenuto 1000 euro e magari l'abbonamento è di 130 e te lo sei ripagato per anni).

  3. Sul loro sito erano presenti dei portafogli modello da te realizzati, divisi per rischio e consistenza se non sbaglio.
    Sono stati rimossi forse perchè "troppo utili".
    E' possibile riproporli sul tuo blog?
    Li ho trovati molto utili e indicativi. Grazie

  4. Si, ci sto preparando un video. Il punto è che lasciavano fraintendere quali fossero i modelli. Come spiegherò nel video quei miei modelli erano didattici (soprattutto per loro) spesso erano stati usati gli ETF scelti per storico, ad esempio, e per testare la mappatura di FinanceDrip. Ad esempio abbiamo scoperto un piccolo problema non dovuto purtroppo alla piattaforma ma ai fornitori di dati: il rischio valuta è inteso come "paese di appartenenza" perché nessuna raccolta di dati ha il rischio valuta effettivo. Quindi paradossalmente se hai l'ETF Euro High Yield Bond viene fuori che il 15% ha esposizione dollaro perché ci sono obbligazioni IN EURO emesse da società USA (es. obbligazioni Ford in euro). Questo però se non con l'intelligenza artificiale (stanno già applicando ChatGPT 4 a FinanceDrip, ma ogni tanto svalvola, s'era inventata che nel 1993 l'Inps era fallito
    ..) al momento non è risolvibile perché i prospetti delle società di emissione dei fondi sono standardizzati per nazione di appartenenza e per leggere massivamente dati non standardizzati ti serve un modello in grado di 'comprendere'. Comunque li riciclo a breve quei portafogli.

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